Il lavoro di Adami e la sua storia
Le scoperte archeologiche a Giannutri si devono anche all’interesse di un livornese, Gualtiero Adami, che, assieme a suo fratello Osvaldo, tentò di stanziarsi nell’isola praticando l’agricoltura. Era il 1882 l’Adami, ex garibaldino in fuga dalla civiltà, divenne abitante stabile di Giannnutri. Per risiedervi riadattò ad abitazione una vecchia cisterna della Villa romana, ricavandovi pochi ambienti con un camino. La sua storia si intreccerà con quella di Marietta, figlia di un amico giunto in visita sull’isola ed innamoratasi perdutamente di Gualtiero: lei, 30 anni più giovane dell’Adami, giurerà di tornare sull’isola per condividere la vita con lui e così farà 3 anni più tardi, senza lasciare mai più Giannutri. Loro unico passatempo, oltre alla povera vita fatta di agricoltura, pesca, pastorizia e amore, era lo scavo dei ruderi della villa romana, cui si dedicarono con passione e dedizione. Alla morte di Gualtiero, avvenuta nel 1922, ad 84 anni, Marietta decise di continuare a vivere a Giannutri, ma la solitudine, unita al dolore della perdita, la resero sempre più incline alla follia. Entrambi sono adesso sepolti al Giglio, vicini anche dopo la morte e sono leggenda le voci nella notte che gli abitanti del Giglio, dell’Argentario e di Giannutri attribuiscono al fantasma della donna, ancora legato all’isola.