Ritratto di Raffello Foresi
l primo accenno al quadro è contenuto in una lettera inviata da Raffaello Foresiall'amico Antonio Ciseri in data 4 giugno 1864: "(...) Temo che arrivato a Firenze non potrò stare a modello pel mio ritratto , dacché sono alquanto dimagrito e imbruttito; deciderai tu" . Non sappiamo se il pittore abbia tenuto in giusto conto le preoccupazioni dell'amico, rinviando di alcuni mesi le sedute di posa necessarie alla realizzazione del dipinto; o se al contrario si sia accinto a lavorare di lì a poco: di certo però l'opera venne ultimata entro quell'anno dall'artista, che la firmò e la datò nell'angolo inferiore destro della tela. Una seconda lettera, del 26 dicembre 1866, lascia intuire che a quell'epoca il ritratto si trovava ancora presso il Ciseri, il quale, forse, intervenì per ritoccarlo, conformemente ai desideri del suo committente:"Fammi tanto piacere di dare un po' di sudicio a quella carta da ... che è nel mio ritratto e bada se pel giorno di capo d'anno tu potessi mandare esso ritratto a casa mia per procacciare un piacere a mia cognata, a mio fratello e al mio figlio . E' probabile che la domanda di una più forte ombreggiatura si riferisse allo spartito seminascosto dietro ai libri accatastati accanto a Raffaello: in ogni caso la richiesta è sintomatica dell'atteggiamento confidenziale e propositivo che contraddistinse il rapporto di Foresi con Antonio Ciseri