Statuetta crisoelefantina di Pan e Dioniso
Elemento di eccezionale pregio rinvenuto all’interno del relitto naufragato a pochi metri dal porto di Procchio, la piccola statuetta è stata realizzata intagliando l’avorio e rivestendolo di delicate lamine d’oro.
Con ogni probabilità doveva trattarsi di un tappo di balsamario contenente un prezioso profumo da destinare alla vendita a qualche ricco aristocratico romano della fine del II secolo d.C.
Di sicuro il destinatario non doveva trovarsi a Procchio, visto che il relitto è affondato con la prua rivolta verso il largo e che la sua stiva presentava rocce e minerale di estrazione elbana: la nave era pronta per solcare i mari lungo una rotta di cabotaggio tirrenica che percorreva l’intera penisola italica, alla ricerca di mercati per le proprie merci.