Dal 27 maggio al 9 ottobre 2022

Gorgona. La villa romana

Isola di Gorgona


Dove

Isola di Gorgona

Date

Dal 27 maggio al 9 ottobre 2022

Gorgona, l’antica Urgo (Plinio, Naturalis Historia III, 81) o Gorgon (Rutilio Namaziano, De reditu suo, I, 515) è l’isola più piccola e la più a Nord dell’arcipelago toscano, a 37 km ad Ovest di Livorno del cui territorio comunale fa parte.

Come quasi tutte le altre isole dell'arcipelago Toscano, nell'antichità è stata crocevia di commerci e tappa nella navigazione per il rifornimento idrico come testimoniano i ritrovamenti di anfore provenienti da relitti naufragati presso le sue coste.

In età romana, inoltre, è stata anche sede di ville di otium, ovvero di soggiorno marino per i ricchi proprietari. Nella prima età imperiale le isole dell'arcipelago toscano appaiono infatti  costellate di ville marittime decorate con pavimenti a mosaico e in opus sectile (tarsie marmoree), pareti e soffitti con intonaci dipinti.

Nell’isola di Gorgona sono state ad oggi individuate strutture archeologiche di epoca romana in siti diversi ma sempre sul versante rivolto verso il porto.

La villa romana in località Limiti

Il complesso archeologico più importante di Gorgona è quello emerso nel 1993 in località Limiti, a seguito di uno scavo archeologico effettuato a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, in occasione della sistemazione della strada che unisce la parte alta del paese al porto. 

Vennero allora alla luce alcuni vani appartenenti ad una villa marittima databile tra la fine del  I secolo a.C  e gli  inizi del I secolo d.C.

Allo scavo parteciparono alcuni detenuti nell’ambito di un progetto che prevedeva anche il restauro dei materiali sotto la supervisione della Soprintendenza. 

I resti della villa consistono in cinque vani adiacenti: Un ambiente lungo e stretto (vano 1) addossato al terrapieno, con pareti in tecnica mista, conservate fino a 3,20 m di altezza, pavimento in cocciopesto, coperto di una volta cementizia e fornito di un soppalco ligneo, è da interpretare come horreum (magazzino). A ridosso di questo si trovano altri tre ambienti comunicanti tra loro con elevato in opera reticolata, conservate fino a 1 m di altezza: un corridoio stretto (vano 2), un piccolo vestibolo (anticamera - vano 3) ed un cubicolo (camera da letto - vano 4), con pavimenti a mosaico con tessere bianche e nere; il cubicolo ha pianta ad L ed il mosaico forma due tappeti alle estremità, a delimitare lo spazio delle alcove. Un ulteriore ambiente, verso est, contiguo al cubicolo, a pianta rettangolare con pavimento sempre in tessere bianche e nere e le pareti con intonaco dipinto (vano 5), è stato indagato solo parzialmente in quanto si estende oltre i limiti dell'area libera da edificazioni moderne.

 I mosaici

I vani 2, 3, 4 e 5 presentano un pavimento a mosaico con tesserine di 8 x 8 x 10 mm,  in bianco e nero. Mentre le tessere nere presentano sempre ordito diritto, le tessere bianche alternano l’ordito diritto a quello obliquo sia nelle campiture interne che nelle cornici perimetrali.

 Il cubicolo (vano 4) ha pianta ad L ed il mosaico forma due tappeti alle estremità a delimitare lo spazio delle alcove con degli “scendiletto” delineati da un campo rettangolare allungato profilato da tessere nere e campito da un listello pure nero. 

I pavimenti a mosaico, attribuibili al II stile,  trovano confronti a Pompei nei rivestimenti pavimentali di cubicoli  e nello “scendiletto” della casa dei Dioscuri.

Gli intonaci dipinti

All’interno del cubicolo, nello strato di distruzione, pur disturbato da interventi esterni, sono stati rinvenuti numerosi materiali riferibili al crollo delle strutture tra cui molti intonaci dipinti pertinenti alle pareti e al soffitto. Tutte le porzioni di intonaco subito dopo lo scavo ebbero un intervento di conservazione e restauro e alcuni frammenti in alcuni casi furono riposizionati sui muri dei vani.

Ad esclusione dell’horreum (magazzino - vano 1) che non ha restituito intonaci dipinti, le parti rimaste in posto mostrano che i rimanenti quattro vani avevano tutte le pareti dipinte con uno zoccolo in rosso e una parte superiore in giallo; nelle pareti del vestibolo il giallo appare più chiaro; qui è anche possibile vedere una linea rossa su giallo chiaro a sottolineare la fine dello zoccolo.                                     

Meglio conservati sono gli intonaci del cubicolo (vano 4), dipinti in rosso porpora con due filetti paralleli in prossimità del pavimento; in alcuni punti al momento del ritrovamento erano ancora visibili tracce del trattamento con sostanze cerose al fine di esaltare la lucentezza del colore e proteggerlo.

Su alcuni dei numerosissimi frammenti di intonaci dipinti con sfondo rosso rinvenuto durante lo scavo è possibile anche vedere linee dipinte a formare un riquadro e su diversi altri frammenti linee verticali. 

In alcune tracce di colore sovrapposto si potrebbero riconoscere delle parti di figurine umane ma in tali casi  non è stato possibile fare alcuna ricomposizione della decorazione.

Oltre ai frammenti monocromi pertinenti al rivestimento delle pareti, sempre all’interno del cubicolo, negli strati di distruzione della strutture, ne sono stati rinvenuti molti altri, pertinenti al soffitto, con decorazione a delicati motivi vegetali policromi su fondo avorio; più complesse e assai accurate dovevano essere infatti le decorazioni delle volte con riquadri e cassettoni con motivi floreali; alcuni piccoli frammenti presentano decorazioni con foglie, petali di fiori, girali in arancio, verde, marrone e con punti in celeste, linee rette in marrone, bande policrome in azzurro e giallo, linee circolari e campiture dipinte in colori chiari.

Al di sotto del colore dei motivi decorativi sono talvolta ben visibili da vicino linee preparatorie eseguite con squadra e compasso e col sistema della corda battuta. Anche il fatto che dal basso i segni di preparazione potevano non essere evidenti, suggerisce la pertinenza dei frammenti rinvenuti alla decorazione del soffitto. Inoltre sul retro di molti frammenti di intonaco dipinto essi si conservano tracce evidenti dell’incannucciato per mezzo del quale aderivano al soffitto.         

I reperti archeologici

Durante lo scavo archeologico sono stati rinvenuti anche resti di anfore, di suppellettili ceramiche e in vetro la cui datazione va oltre quella della villa romana,  a testimonianza di una frequentazione dell’area fino all’età tardoantica. 

La mostra

L’esposizione dal 27 maggio fino al 9 ottobre 2022 presso la sala conferenze di Gorgona di alcuni frammenti di pitture pertinenti alle pareti e ai soffitti della vani della villa, insieme ad alcuni reperti di epoca più tarda rinvenuti durante lo scavo, vuole essere una anticipazione di una esposizione più completa che si auspica possa essere realizzata in un prossimo futuro.