Le vie del Granito


Itinerari

Le vie del Granito: un museo diffuso

Partenza

San Piero

Lunghezza

9 Km

Durata stimata

3 ore (andata e ritorno)

Difficoltà

Facile

Il percorso, particolarmente interessante dal punto di vista storico ed archeologico, si snoda sulle pendici sud orientali del massiccio del Monte Capanne. In quest'area sono presenti diversi antichi manufatti in granito e siti preistorici, visibili percorrendo una ramificata rete sentieristica.

Il viaggio indietro nel tempo parte da San Piero, dove gli ultimi scalpellini sono ancora impegnati nelle attività di estrazione del granito. Dall’ampio parcheggio del campo sportivo si imbocca sulla sinistra il pianeggiante sentiero n. 195 che coincide, nel tratto iniziale, con la via di accesso alle cave di granito ancora attive visibili più in basso. Dopo l’ultima cava si abbandona la strada carrabile per imboccare sulla destra il sentiero n. 133, che presenta subito una breve deviazione (n. 133A), diretta in località Il Sasso, dove si trova un panoramico sito preistorico. Si riprende il percorso principale fino al bivio con il sentiero n. 135B che si imbocca girando a destra e dirigendosi verso nord. In questa zona di macchia mediterranea bassa, la specie più presente è il cisto marino, dai delicati fiori bianchi e foglie resinose ricche di olii essenziali. Appena iniziata la salita ci si trova davanti a 4 menhir che danno il nome alla località detta I Sassi Ritti. Arrivati al pianeggiante sentiero n. 135 svoltiamo a sinistra fino al Mulino di Moncione, il più grande mulino elbano, in uso fino al 1910. Da qui si scende sul sentiero n. 134A dove, con una deviazione a destra, è possibile raggiungere, in località Lo Spino, una tomba a cassetta costruita con lastre di granito, secondo alcuni, risalente al 900 a.C.. Si ritorna sui propri passi scendendo fino ad imboccare a sinistra il sentiero n. 133 dove è possibile osservare, a lato del tracciato, la tecnica costruttiva di un domolito, piccola struttura in pietra un tempo utilizzata dai pastori. Si torna indietro per proseguire in discesa sul sentiero n. 134. Lungo il percorso si nota un blocco di granito semilavorato. Il tracciato continua in discesa, dove si trova un particolare ricovero pastorale, ed incrocia altre due deviazioni: il sentiero n. 134B per le “Cave Antiche”, dove sono visibili le varie fasi dell’estrazione del granito, ed il sentiero n. 134C per la “Macina”. Ripreso il tracciato principale si scende ancora fino ad incrociare dopo poco il sentiero n. 195 che si imbocca verso destra per un’ultima deviazione fino al sentiero n. 195C, dove si trova un’imponente colonna sbozzata, appartenente all’Opera della Primaziale Pisana come si evince dall’iscrizione “OPE” presente su di essa. Infine si torna indietro in salita non abbandonando più il sentiero n. 195 fino al ritorno a San Piero.

1ª tappa

Il Sasso

Su uno sperone roccioso sorgono le fondazioni di una probabile torre di avvistamento e sono state rinvenute tracce di una frequentazione preistorica.

2ª tappa

I Sassi Ritti

Serie di quattro mehnir databili al II millennio a.C. Esempio unico di cultura megalitica nell’Arcipelago Toscano, presentano importanti elementi di confronto (desumibili anche dalla ceramica rinvenuta in vicini scavi coevi) con la cultura sarda nuragica.

3ª tappa

Mulino del Moncione

È il più grande mulino dell’Elba, con ancora intatta la grande vasca di raccolta delle acque e la macina per la macinazione dei cereali. Sorge a 350 m sul livello del mare e risulta operativo fino ai primi del ‘900.

4ª tappa

Tomba villanoviana de Lo Spino

La tomba, che si intercetta durante la discesa a valle del sentiero, è databile al periodo villanoviano (900 a.C. circa) ed è realizzata nella tipologia a cassetta, utilizzando il granito locale.

5ª tappa

La Colonna dell’OPE

Poco sopra la provinciale all’altezza dell’hotel Bahia è un manufatto di circa 7,80 m di lunghezza e 0,90 m di diametro. È stato abbandonato lungo il pendio, pressoché ultimato, probabilmente a causa di una vistosa sfaldatura della superficie verificatasi durante la lavorazione. È probabile che faccia parte di un lotto di colonne destinate al Duomo, commissionate dall’ "Opera Pisana" per sostituire otto colonne della navata centrale irrimediabilmente danneggiate a seguito dell’incendio del 1595. Le dimensioni del resto corrispondono (14 braccia fiorentine di altezza e 6 e 1/6 di diametro).