Biografie
Antonio Ciseri nacque il 25 ottobre 1821 a Ronco, nel Canton Ticino, da Giovanni Francesco, decoratore, e da Caterina Materni. Già nel 1833 raggiunse il padre e il nonno a Firenze, dove entrambi gestivano una bottega attiva nella pittura d'ornato. Ricevette i primi rudimenti artistici da Ernesto Buonaiuti e nel 1834 fu ammesso all'Accademia di Belle Arti, sotto la direzione di Niccola Benvenuti. Nel 1839 ottenne i primi riconoscimenti nei concorsi accademici, elaborando bozzetti per una "Morte di Lorenzo il Magnifico" e per un "Dante nella bottega di Giotto". Nel 1842 espose all'Accademia il suo primo quadro importante, un "Carlo V che si china a raccogliere il pennello di Tiziano"; l’anno successivo vinse il premio triennale con un "San Giovanni che rimprovera Erode e Erodiade"; mentre nel 1844 eseguì il "Giacobbe che riconosce le vesti insanguinate di Giuseppe". Contemporaneamente iniziò il "Giano della Bella che parte da Firenze per il volontario esilio", esposto nel 1849 con grande consenso di critica e pubblico. Il successo ottenuto lo indusse a stabilirsi definitivamente a Firenze, pur mantenendo col Ticino legami professionali e affettivi. A partire dal 1849 cominciò a ricevere e a guidare giovani allievi in una attività di insegnamento privato, ufficialmente riconosciuto nel 1860 nella forma di una "scuola libera" (fra i suoi primi allievi figurava, fino al 1854, anche Silvestro Lega). Nel 1852 fu nominato professore per l'insegnamento superiore dell'Accademia, di cui fu direttore pro tempore tra il 1874 e il 1875 e nel 1868 divenne membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione. Realizzò numerosi dipinti di carattere storico-religioso e fu un ritrattista assai ricercato. Superato l'influsso romantico, mostrò un'attenzione crescente verso il naturalismo, pur mantenendosi all'interno di una cultura accademica, ben illustrata dalla sua grande capacità formale. Tra i suoi capolavori ricordiamo “Il martirio dei Maccabei”, eseguito per la chiesa fiorentina di Santa Felicita, iniziato nel 1853 e terminato una decina di anni più tardi; il “Trasporto di Cristo al sepolcro”, destinato al Santuario della Madonna del Sasso a Orselina (1870); i quattro dipinti per la chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme (1872-73); il "Sogno di San Giuseppe" per la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Firenze (1875); i quattro quadri per la chiesa del Sacro Cuore di Firenze (1875-84); il "Cristo risorto" per la Cappella funebre di Giovanni Dupré nel cimitero di Fiesole (1884) e “L'Ecce homo” (1891), forse la sua opera più celebre. Morì a Firenze l'8 marzo 1891.